lunedì 12 marzo 2012

‘Nella vita quotidiana è lo Stato che dovrebbe vendere la droga’



Droghe leggere, droghe pesanti, LSD e derivati sintetici. Il mondo delle droghe è parte del mondo reale e spesso si affaccia in ambiti di vita quotidiana come pure in quelli scientifici. Una delle ultime novità riguarda l’LSD. Sintetizzato per la prima volta nel 1938 nei Laboratori Sandoz di Basilea da Albert Hofmann, è basato sull'acido lisergico, che si trova nell'ergot, un fungo parassita della segale. Al Festival di Locarno la storia di Hofmann e della sua creatura è stata raccontata nel film The Substance Albert Hofmann’s LSD, di prossima uscita nelle sale ticinesi.  Storia travagliata di una sostanza usata per anni anche in chiave terapeutica, vietata in tutto il mondo per volere di una reazione politica alla controcultura degli anni ‘60.  Ma nel film ci si sofferma anche sulle nuove frontiere della ricerca sull’LSD, sperimentato negli Usa come accompagnamento psicologico, antidepressivo, per compiere un cammino interiore verso la morte.
Ne abbiamo parlato con l’oncologo ticinese dottor Franco Cavalli, cercando di ampliare il raggio, all’uso delle droghe in medicina e aprendo una porta su considerazioni di carattere politico.
 
Dottor Cavalli, le risulta che siano in corso ricerche o sperimentazioni con LSD o suoi derivati in Svizzera o in Ticino?
In Ticino, non abbiamo mai sperimentato l’Lsd in medicina. Nel passato abbiamo fatto sperimentazioni con un derivato sintetico della canapa. Circa  dieci o quindicina anni fa, lo abbiamo utilizzato  soprattutto come antiemetico, ma le sperimentazioni hanno rivelato che non era migliore degli antiemetici nuovi, presenti sul mercato. Per cui l’utilizzo di questo derivato della canapa è stato interrotto. Oggi, le sostanze utilizzate come antidolorifici nel trattamento del dolore, sono gli oppiacei e loro  derivati sintetici e naturali, come la morfina.
Esistono limiti di carattere ideologico in Svizzera circa l’uso delle droghe in medicina?
Non esiste alcun limite. Almeno in Svizzera. Se fosse necessario utilizzare la canapa, si potrebbe ottenere il permesso con una semplice domanda, ma come le ho detto,  il suo uso è stato escluso, in quanto al giorno d’oggi non ce n’è più bisogno.
 
Cosa pensa dell’LSD in termini medici?
Dell’LSD non mi sono mai occupato in maniera specifica. Penso che il suo utilizzo poteva avere una sua ragione valida, trenta o venti anni fa, quando le nostre conoscenze e i farmaci disponibili per le terapie complementari, erano molto limitati. Oggi, le possibilità sono tante. Inoltre bisogna tenere conto  che queste sostanze hanno effetti secondari da non sottovalutare e che rendono il loro utilizzo non necessariamente attualizzabile.
 
Eppure l’uso di queste sostanze è stato vietato, e quindi limitato, soprattutto per motivazioni politiche?  
Sicuro, verso queste sostanze, soprattutto negli Stati Uniti, ci sono stati blocchi ideologici molto forti  ma al di là di questo, oggi  per combattere gli effetti collaterali del tumore o per rendere efficaci le terapie di dolore, esistono farmaci più semplici da usare. Piuttosto, il grande campo di applicazione, per il quale a livello internazionale esistono ancora dei grossi limiti, è quello della morte con dolore. Ci sono milioni di pazienti tumorali  nel mondo che muoiono con dolori, perché non hanno a disposizione la morfina e spesso i motivi sono condizionati da blocchi ideologici e giuridici.  Ma questo non si applica alla Svizzera.
 
Lei è anche un politico impegnato in Ticino. Qual è il suo pensiero in merito all’uso delle droghe?
Se nell’ambito medico svizzero non esistono quei blocchi di carattere ideologico di cui accennavo, penso che nella vita quotidiana e sociale ci sono invece grossi limiti. Soprattutto in Ticino. Basta vedere la polemica di questi giorni in merito allo spinello. Io sono favorevole alla nuova disposizione secondo cui chi sarà sorpreso a fumare uno spinello potrebbe essere punito con una semplice multa, escludendo la denuncia penale. Eppure in Ticino c’è ancora uno spirito medievale che prevale su questi argomenti, mentre al Nord delle Alpi questi limiti così ideologici ed ottocenteschi sono ormai in gran parte scomparsi.
 
Sarebbe favorevole alla liberalizzazione delle droghe?
Più che di liberalizzazione, penso che le droghe pesanti e quelle leggere dovrebbero essere vendute e controllate dallo Stato, perché è l’unica possibilità per evitare il mercato nero e la criminalità che ruota intorno al commercio illegale della droga. Chi è per una politica repressiva, in fondo, diventa, indirettamente, un alleato dei narcotrafficanti e di coloro che in Centro America ammazzano migliaia di persone, perché è proprio il proibizionismo che ammazza le persone. La soluzione migliore sarebbe quella di un commercio di droghe pesanti e leggere, ufficializzato  e controllato dallo Stato.

Fonte: http://www.tio.ch/Ticino/Attualita/News/672727/Nella-vita-quotidiana-e-lo-Stato-che-dovrebbe-vendere-la-droga

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