giovedì 8 marzo 2012

Morire per colpa di un sms


Anche le coppie “perfette” possono conoscere la tragedia e disfarsi nel tempo breve di un sms ricevuto sul cellulare.
Questo è accaduto a Mozzecane, in provincia di Verona, qualche giorno fa, quando Giovanni Lucchese, di 56 anni, ha strangolato sua moglie, Gabriella Falzoni, 51 anni, con un foulard.
Nessuno si aspettava un epilogo del genere in un’unione che, apparentemente, sembrava solida e tranquilla, neanche i due protagonisti.
Erano appena tornati da un viaggio in Kenya, dunque ancora pieni dei ricordi della vacanza trascorsa, ma, se a volte la magia delle giornate passate lontano rimane con noi anche una volta tornati a casa, in questo caso non è accaduto.
Nel tardo pomeriggio di domenica Giovanni, accecato dalla gelosia e convinto, in seguito alla scoperta di alcuni sms sul telefono di Gabriella, che la moglie avesse una relazione, ha cominciato ad accusarla, in una discussione che è diventata sempre più accesa.
La donna, per difendersi da un’aggressione sempre più violenta, ha graffiato in viso il marito, ma mai avrebbe immaginato che lui, ormai in preda alla rabbia, la seguisse in camera da letto per ucciderla.
E invece è successo, e in pochi attimi tutto è finito: la lite, le urla che avevano richiamato le sorelle della vittima, vicine di casa dei due coniugi, il matrimonio e la vita di Gabriella.
Giovanni Lucchese ha poi adagiato il cadavere della moglie sul letto e si è recato, volontariamente, dai carabinieri.
In questa giornata che dovrebbe celebrare le donne e i loro diritti, ricordiamo Gabriella e tutte le donne morte per mano di mariti, compagni e familiari, bersagliate da minacce, violenze e soprusi.
Ogni giorno, dai giornali si apprende che almeno una donna rimane vittima di tutto ciò, e finché accadrà, sapremo che festeggiare la donna non è servito a nulla.
crimepage.it

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